Le flirtationships, o relazioni di flirt, sono un fenomeno sempre più diffuso nel panorama delle relazioni moderne. Queste relazioni, caratterizzate da un mix di romanticismo e leggerezza, offrono molte opportunità ma anche diverse sfide. In questo articolo esploreremo i vantaggi, gli svantaggi e i rischi associati alle flirtationships, e come un percorso di coaching con me può aiutarti a navigare questo tipo di relazioni in modo sano ed equilibrato.
Cos’è una Flirtationship?
Una flirtationship è una relazione in cui due persone si impegnano in un flirt continuo e divertente, senza necessariamente voler arrivare a una relazione seria o esclusiva. Queste relazioni possono essere brevi o durare a lungo, ma l’elemento chiave è la mancanza di aspettative a lungo termine.
Vantaggi delle Flirtationships
- Divertimento e Spontaneità: Le flirtationships sono spesso molto divertenti e spensierate. Permettono di esplorare nuove dinamiche senza la pressione di un impegno serio.
- Crescita Personale: Impegnarsi in una flirtationship può aiutarti a conoscere meglio te stesso, i tuoi desideri e i tuoi limiti.
- Flessibilità: Queste relazioni offrono grande libertà e flessibilità, permettendoti di concentrarti su altre aree della tua vita senza il peso di una relazione impegnativa.
Svantaggi delle Flirtationships
- Ambiguità Emotiva: La mancanza di chiarezza può portare a confusione e fraintendimenti. È facile sviluppare sentimenti più profondi senza sapere se l’altra persona li ricambia.
- Instabilità: Poiché non c’è un impegno a lungo termine, le flirtationships possono finire bruscamente, lasciandoti con un senso di vuoto.
- Potenziali Ferite Emotive: Se una delle parti inizia a desiderare di più dall’altra, può esserci il rischio di ferire i sentimenti e di sentirsi rifiutati.
Rischi di manipolazione
Le flirtationships possono diventare un terreno fertile per la manipolazione. Alcune persone possono utilizzare queste relazioni per ottenere benefici emotivi o fisici senza intenzione di investire emotivamente. Questo può lasciare l’altra persona con un senso di sfruttamento e confusione.
Come uscire da una Flirtationship tossica
Se ti senti vittima di una flirtationship manipolativa, è importante riconoscere i segnali e prendere provvedimenti per proteggere il tuo benessere emotivo. Un percorso di coaching può aiutarti a:
- Riconoscere i Segnali di Manipolazione: Imparare a identificare comportamenti manipolativi e capire quando è il momento di allontanarsi.
- Costruire Autostima: Rafforzare la tua autostima e la fiducia in te stesso per evitare di cadere in relazioni che non ti valorizzano.
- Impostare Confini Sani: Imparare a stabilire e mantenere confini chiari per proteggere il tuo benessere emotivo.
Perché scegliere un percorso di coaching con me
Come coach esperta nelle dinamiche relazionali, offro un supporto personalizzato per aiutarti a navigare nel mondo delle flirtationships. Le mie sessioni si concentrano su:
- Chiarezza e Consapevolezza: Ti aiuto a comprendere meglio le tue emozioni e le tue esigenze relazionali.
- Sviluppo di Competenze Relazionali: Lavoriamo insieme per migliorare le tue capacità comunicative e interpersonali.
- Sostegno Continuo: Ti offro un supporto continuo per affrontare le sfide e celebrare i tuoi successi.
Prenota la tua prima sessione gratuita
Se desideri esplorare come un percorso di coaching può trasformare la tua vita relazionale e aiutarti a superare le sfide delle flirtationships, ti invito a prenotare una prima sessione gratuita con me. Durante questa sessione, valuteremo insieme le tue esigenze e stabiliremo un piano d’azione personalizzato.
Se sei pronto a fare il primo passo verso una maggiore consapevolezza e benessere nelle tue relazioni, non esitare a contattarmi. Puoi prenotare una consulenza gratuita direttamente dal mio sito o inviarmi un messaggio per maggiori informazioni. Insieme, possiamo lavorare per costruire relazioni più autentiche e appaganti.
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Affrontare e Superare una Relazione con un Partner Evitante: 5 Esercizi di Self-Care
Le relazioni amorose sono come intricati balli, in cui ogni partner porta con sé un certo ritmo, una serie di movimenti appresi nel tempo. Ma cosa succede quando uno dei partner sembra fuggire ogni volta che cerchi di avvicinarti? C’è una verità che molti di noi imparano nel corso della vita: non tutte le relazioniContinua…
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Rudolf Steiner: i 6 esercizi
PRIMO ESERCIZIO: CONTROLLO DEL PENSARE O GIUSTO PENSIERO La prima condizione consiste nel conquistare un pensiero perfettamente chiaro. A questo scopo bisogna liberarsi – almeno per un breve momento della giornata, anche per cinque minuti (ma più il tempo è lungo, meglio è) – dei pensieri che si muovono come fuochi fatui. Bisogna diventare padroni del mondo dei propri pensieri. Non se n’è padroni fin quando uncondizionamento esteriore (la professione, una tradizione qualsiasi, le condizioni sociali, il fatto stesso di appartenere a un certo popolo, il momento della giornata, certi gesti che noi compiamo) ci detta un determinato pensiero e il modo stesso di svolgerlo. Durante quel breve momento di cui si è detto, con una volontà del tutto libera, dobbiamo svuotare la nostra anima del corso abituale e quotidiano dei pensieri e – di nostra propria iniziativa – porre un pensiero al centro della nostra anima. Non è necessario credere che debba essere un pensiero eccezionale o di particolare interesse. Il risultato interiore che ci si propone di raggiungere si ottiene meglio se, all’inizio, ci si sforza di scegliere un pensiero anche non interessante e il più insignificante possibile. La forza dell’attività propria del pensare – che è ciò che importa – viene da ciò maggiormente stimolata, mentre un pensiero che è interessante trascina da sé il pensare. E’ preferibile eseguire questo esercizio di controllo dei pensieri concentrandosi su uno spillo piuttosto che su Napoleone. Ci si dice: “Parto ora da questo pensiero e di mia personale iniziativa gli associo tutto ci. che gli si può ricollegare obiettivamente”. Alla fine dell’esercizio quel pensiero deve permanere nell’anima altrettanto vivo e colorito che all’inizio. Bisogna eseguire questo esercizio ogni giorno, almeno per un mese. Si può ogni giorno scegliere un nuovo pensiero ma anche conservare lo stesso pensiero per diversi giorni. Alla fine di un esercizio di questo genere bisogna cercare di prendere pienamente coscienza del sentimento interiore di fermezza e sicurezza che la sottile attenzione portata alla nostra anima ci farà presto rilevare. Poi si terminal’esercizio immaginando la propria testa e la linea mediana della schiena, come se si volesse riversare questo sentimento in tali parti del corpo. SECONDO ESERCIZIO: CONTROLLO DEL VOLERE O GIUSTA AZIONE Dopo essersi esercitati così per un mese circa, ci si ponga un ulteriore proposito. Si tenti di immaginare una qualsiasi azione, che secondo il corso abituale delle proprie occupazioni non ci si sarebbe certamente mai proposti di compiere. Di questa azione si faccia di per sé un dovere quotidiano. Come azione da eseguire sarà bene scegliersi un’azione che possa essere compiuta ogni giorno per una durata più lunga possibile. Anche qui è meglio cominciare con un’azione insignificante, che occorre, per così dire, sforzarsi di compiere: per esempio, ci si può proporre di andare ad innaffiare in un preciso momento del giorno una pianta che si èacquistata. Dopo un certo periodo, a questa prima azione se ne deve aggiungere una seconda, poi una terza, eccetera, sempre che il compimento di tutti gli altri doveri ne offri la possibilità. Anche quest’esercizio deve essere eseguito per un mese. Durante questo secondo mese, tuttavia, bisogna il più possibile perseverare nell’esecuzione del primo esercizio, pur non facendone un dovere quasi esclusivo come nel primo mese. Non bisogna perderlo di vista: altrimenti ci si accorgerebbe ben presto che i frutti del primo mese si sono persi e che è ricominciato il solito vagare dei pensieri non controllati. Una volta acquisiti questi frutti, bisogna pertanto badare a non perderli. Dopo aver fatto esperienza di una tale azione scelta di propria iniziativa e compiuta come secondo esercizio, si prenda coscienza, attraverso un’attenzione sottile, del sentimento di impulso interiore verso l’agire, destatosi nell’anima e lo si riversi, per così dire, nel proprio corpo in modo da farlo discendere o fluire dalla testa al cuore. TERZO ESERCIZIO: CONTROLLO DEL SENTIRE, CHIAMATO ANCHE IMPERTURBABILITA’ O EQUANIMITA’ OVVERO GIUSTO SENTIMENTO Il nuovo esercizio che va posto al centro della vita durante il terzo mese è l’educazione a una certa equanimità di fronte alle oscillazioni tra piacere e dolore, gioia e sofferenza; la contrapposizione “esultanti di gioia e tristi fino alla morte” deve far posto, attraverso uno sforzo cosciente, a un’equanimità dell’anima. Si faccia attenzione al fatto che nessuna gioia cifaccia perdere la testa, che nessuna sofferenza ci schiacci, che nessuna esperienza vissuta ci trascini verso l’eccitazione o la collera smisurate, che nessuna attesa ci riempia di timore e di angoscia, che nessuna situazione ci faccia perdere il nostro equilibrio, eccetera. Non si tema, con questo esercizio, di far inaridire o impoverire l’anima; si noterà, al contrario, che grazie a questo esercizio, al posto di ciò che di solito si avverte sorgono qualità pure; soprattutto, attraverso un’attenzione sottile, si potrà scoprire in sé, nel proprio corpo, una condizione di calma interiore; si riversa questa calma nell’ organismo – come nei due casi precedenti – facendola irraggiare dal cuore verso le mani, i piedi e infine la testa. E’ evidente che, riguardo a quest’ultimo caso, non si può far ciò dopo ogni esercizio, perché non si tratta in fondo di un esercizio isolato, bensì di una attenzione costante diretta verso la vita interiore. Occorre però, almeno una volta al giorno, evocare dinanzi all’anima questa calma interiore ed esercitarsi a riversare, a far fluire questo sentimento dal cuore verso le mani, poi i piedi, infine la testa. Si continuerà a eseguire il primo e il secondo esercizio durante il terzo mese, come si è continuato il primo esercizio nel secondo mese. QUARTO ESERCIZIO: POSITIVITA’, CHIAMATA ANCHE TOLLERANZA O INDULGENZA OVVERO GIUSTO GIUDIZIO Nel quarto mese occorre seguire come nuovo esercizio quello chiamato “della positività”. Esso consiste nel ricercare costantemente in tutti gli esseri, in tutte le cose, in tutte le esperienze, ciò che di buono, di bello, di eccellente vi è contenuto. Ciò che meglio definisce questa qualità dell’anima è una leggenda persiana sul Cristo Gesù. Camminava lungo una via con i suoi discepoli, quando videro sul ciglio della strada, il cadavere di un cane in uno stato già avanzato di decomposizione. Di fronte a quel raccapricciante spettacolo i discepoli volsero lo sguardo dall’altra parte; solo il Cristo si fermò, guardò il cane con aria pensosa e disse: “Che bei denti aveva questo animale!”. Dove gli altri avevano visto soltanto una realtà ripugnante e sgradevole, egli vedeva il bello. Così il discepolo dell’esoterismo deve sforzarsi di cercare in ogni fenomeno e in ogni essere ciò che vi è di positivo. Noterà ben presto che sotto la coltre della ripugnanza si nasconde una certa bellezza; che sotto le sembianze di un criminale si nasconde qualcosa di buono; sotto le sembianze di un pazzo si cela in qualche modo un’anima divina. Questo esercizio si accostaa ciò che si chiama “astenersi dalla critica”. Non bisogna interpretare ciò come se si dovesse denominare nero il bianco e bianco il nero. Ma c’è una differenza tra un giudizio che nasce soltanto dalla reazione personale o dall’impressione personale di simpatia o antipatia e una tutt’altra attitudine secondo la quale ci si immerge con amore nel fenomeno o nell’essere che ci è dinanzi, chiedendosi ogni volta:”Com’è giunto a essere ciò che è, a fare quel che ha fatto?”. Questa attitudine spinge, del tutto spontaneamente, a sforzarsi di aiutare ciò che è imperfetto, piuttosto che biasimarlo o criticarlo soltanto. E’ priva di valore l’obiezione che, in moltecircostanze della vita umana, è necessario biasimare e giudicare, perché inogni caso queste condizioni di vita sono tali da impedire di seguire una vera disciplina occulta. Esistono, in effetti, numerose condizioni di vita che non consentono di seguire correttamente questa disciplina. In questo caso non bisogna voler conseguire con impazienza, nonostante tutto, queiprogressi che si possono realizzare soltanto in certe condizioni. Chiunqueabbia rivolto per un intero mese la sua attenzione al lato positivo di tuttociò che incontra noterà a poco a poco che nella sua interiorità affiora un sentimento che gli dà l’impressione che la sua pelle divenga permeabile in tutte le direzioni e che la sua anima si apra vastamente a tutti quei fatti segreti e sottili che gli si svolgono attorno e che prima fuggivano del tutto alla sua attenzione. Si tratta proprio di combattere contro la mancanza di attenzione che esiste in tutti di fronte a questi fatti sottili. Una volta osservato che questo sentimento si manifesta nell’anima sotto forma di felicità, si cerchi di dirigere questo sentimento, come fosse un pensiero, verso il cuore, di farlo fluire di là verso gli occhi e da questi ultimi verso l’esterno, nello spazio di fronte a sé e attorno a sé. Si noterà che si acquista così un’intima relazione con lo spazio. Si va oltre se stessi, ci si dilata, per così dire. Si impara a considerare una parte del proprio ambiente come qualcosa che fa anche parte di se stessi. Questo esercizio richiede una buona dose di concentrazione e soprattutto il riconoscimento di un fatto: ogni moto passionale dell’anima, ogni tempesta emotiva, distrugge da cima a fondo questa attitudine dell’anima. Si ripetano gli esercizi già praticati come si è indicato per i mesi precedenti. QUINTO ESERCIZIO: SPREGIUDICATEZZA, CHIAMATA ANCHE APERTURA MENTALE, OBIETTIVITA’ O FIDUCIAContinua…
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Pensare troppo: la gestione del pensiero per le persone ad alto potenziale
È una ricerca continua, l’analisi di tutto, un gorgogliare di pensieri, una mente che lavora a 100 km/h, un cervello che gira senza sosta a tutta velocità. È sempre pensare, pensare costantemente, passare il tempo a sezionare e cercare costantemente una soluzione migliore. È anche sentirsi invasi dai pensieri. Perché mettiamo in discussione tutto tuttoContinua…
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Filofobia ed evitamento: come superare la paura di amare
Un po’ di tempo fa avevo scritto un articolo che trattava di una figura molto controversa, ovvero coloro che vengono definiti evitanti. Quell’articolo è a tutt’oggi il più letto del mio blog e mi è quindi chiaro che questo aspetto si manifesti molto frequentemente nel mondo delle relazioni. E’ possibile però immaginarne anche altri risvolti,Continua…
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Come lasciar andare un grande amore
In che modo possiamo permetterci e darci il coraggio di lasciar andare qualcuno dalla nostra vita, che abbiamo ritenuto essere un nostro grande amore, qualcuno con cui ci siamo sentiti incredibilmente in sintonia, a nostro agio, per cui abbiamo provato una grandissima attrazione e una chimica speciale, che ci ha permesso di scoprire quello cheContinua…
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Vivere da soli
Il tema della solitudine è diventato estremamente centrale nell’ultimo periodo, in particolare dopo aver vissuto due anni immersi, in particolare in Italia, in una nuova realtà modellata anche attraverso una serie di provvedimenti che hanno di molto ridotto la socialità delle persone che vivono e vivevano da sole. Lo stato di isolamento e il distanziamentoContinua…
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