Riconoscere le diverse forme di narcisismo e come affrontarle

La comprensione delle differenze tra narcisismo grandioso e narcisismo vulnerabile è essenziale per riconoscere le varie manifestazioni del disturbo narcisistico di personalità (NPD). Oltre a queste due principali tipologie, esistono altre varianti di narcisismo. Vediamo nel dettaglio:

Narcisista grandioso

Caratteristiche principali:

  1. Eccessiva autostima: I narcisisti grandiosi tendono a esibire una forte convinzione nella propria superiorità, abilità e successo.
  2. Comportamento esibizionistico: Sono spesso alla ricerca di ammirazione e attenzione da parte degli altri. Possono apparire carismatici e affascinanti.
  3. Mancanza di empatia: Spesso ignorano o sminuiscono i bisogni e i sentimenti altrui, concentrandosi esclusivamente su se stessi.
  4. Dominanza e assertività: Tendono a essere molto sicuri di sé, con un atteggiamento dominante e assertivo.
  5. Senso di diritto: Credono di meritare un trattamento speciale e di essere al di sopra delle regole che valgono per gli altri.

Comportamenti tipici:

  • Cercano costantemente elogi e riconoscimenti.
  • Possono essere manipolatori e usare gli altri per raggiungere i propri obiettivi.
  • Spesso mostrano arroganza e un atteggiamento sprezzante verso chi considerano inferiore.

Narcisista vulnerabile

Caratteristiche principali:

  1. Autostima fragile: Anche se possono sembrare sicuri di sé, i narcisisti vulnerabili hanno un’autostima molto fragile che può essere facilmente danneggiata.
  2. Sensibilità estrema alle critiche: Tendono a reagire in modo esagerato alle critiche, percependo offese anche dove non ci sono.
  3. Comportamento difensivo: Possono mostrare atteggiamenti di difesa e auto-protezione, spesso lamentandosi o mostrando segni di depressione e ansia.
  4. Bisogno di approvazione: Cercano costantemente conferme esterne del proprio valore, ma possono avere difficoltà a mostrarlo apertamente.
  5. Tendenza al ritiro sociale: A volte, possono ritirarsi socialmente per evitare di essere giudicati o criticati.

Comportamenti tipici:

  • Sono iper-sensibili ai giudizi e alle critiche.
  • Possono apparire timidi o insicuri, ma sotto la superficie sono estremamente auto-centrati.
  • Spesso giocano il ruolo della vittima, cercando compassione e attenzione in modo manipolativo.

Altre tipologie di narcisismo

Oltre ai narcisisti grandiosi e vulnerabili, esistono altre varianti del narcisismo:

1. Narcisista maligno

Il narcisismo maligno è una combinazione di tratti narcisistici, antisociali e paranoici. Questi individui non solo mostrano il classico comportamento narcisistico di grandiosità e mancanza di empatia, ma anche una tendenza alla crudeltà, al sadismo e alla manipolazione. Sono spesso coinvolti in comportamenti antisociali, compresi atti criminali e violenti, e provano piacere nel causare sofferenza agli altri.

  • Combinazione di narcisismo e tratti antisociali: Questi individui non solo esibiscono tratti narcisistici, ma anche comportamenti antisociali come la mancanza di rimorso e una predisposizione alla violenza.
  • Comportamento sadico: Possono trovare piacere nel causare sofferenza agli altri, mostrando tratti sadici.

2. Narcisista covert

Il narcisista covert presenta una facciata di modestia e timidezza, ma internamente coltiva sentimenti di grandiosità e superiorità. Questo tipo di narcisista è spesso difficile da riconoscere perché non esibisce comportamenti arroganti o prepotenti, ma piuttosto si mostra vittima e cerca costantemente rassicurazioni e attenzioni in modo sottile e passivo.

  • Narcisismo nascosto: Mentre esteriormente possono sembrare umili e insicuri, interiormente hanno un forte senso di grandiosità e un bisogno di ammirazione.
  • Manipolazione sottile: Utilizzano tecniche di manipolazione più sottili, spesso giocando il ruolo della vittima per ottenere attenzione e simpatia.

3. Narcisista comunitario

Il narcisista comunitario esibisce la sua grandiosità attraverso atti di altruismo e servizio alla comunità. Tuttavia, questi atti non sono genuinamente motivati dall’empatia o dalla volontà di aiutare, ma piuttosto dal desiderio di essere ammirato e riconosciuto per la sua bontà e generosità. Spesso questi narcisisti utilizzano le loro buone azioni come una forma di controllo sugli altri.

  • Comportamento altruistico: Apparentemente generoso e servizievole.
  • Bisogno di riconoscimento pubblico: Desidera elogi e riconoscimenti per le sue buone azioni.
  • Controllo attraverso la generosità: Usa le buone azioni per manipolare e controllare gli altri.
  • Mancanza di empatia autentica: Le buone azioni non sono guidate da un vero desiderio di aiutare.

4. Narcisista inviato (o sacrificale)

Il narcisista inviato si percepisce come un individuo destinato a grandi cose o sacrifici per un bene superiore. Spesso, si identifica come una persona che sopporta grandi sofferenze o compie grandi sacrifici per il bene degli altri, ma questa percezione è fortemente legata al suo bisogno di essere visto come speciale e straordinario.

  • Senso di missione: Crede di avere uno scopo superiore o un destino speciale.
  • Sacrificio personale: Spesso si vede come un martire che deve sopportare grandi difficoltà.
  • Bisogno di ammirazione per i sacrifici: Desidera che gli altri riconoscano e lodino i suoi sacrifici.
  • Manutenzione del mito personale: Mantiene una narrativa di sofferenza e sacrificio per alimentare la propria grandiosità.

5. Narcisista competitivo

Il narcisista competitivo basa la sua autostima sulla vittoria e sulla superiorità in ogni contesto, sia esso lavorativo, sociale o personale. Questo tipo di narcisista è ossessionato dall’essere il migliore e prova grande piacere nel vedere gli altri fallire o rimanere indietro.

  • Ossessione per la vittoria: Deve essere il migliore in tutto ciò che fa.
  • Gelosia e invidia: Prova invidia per i successi degli altri e gioia per i loro fallimenti.
  • Manipolazione e inganno: Usa tattiche sleali per assicurarsi la vittoria.
  • Mancanza di cooperazione: Preferisce competere piuttosto che collaborare.

6. Narcisista cerebrale

  • Focalizzato sull’intelligenza: Questi individui trovano la propria autostima nella convinzione di essere intellettualmente superiori agli altri.
  • Disprezzo per le emozioni: Tendono a sminuire l’importanza delle emozioni e a enfatizzare la logica e la razionalità.

7. Narcisista somatico

Il narcisista somatico si concentra intensamente sul proprio aspetto fisico e sessualità. Questo tipo di narcisista deriva la sua autostima principalmente dall’attrattiva fisica, dalla prestanza sessuale e dal mantenimento di un’immagine fisica impeccabile.

  • Focalizzato sull’apparenza fisica: Trova la propria autostima nell’aspetto fisico, nella forza e nella prestanza sessuale.
  • Ricerca continua di attenzione: Può comportarsi in modo esibizionistico, cercando costantemente conferme attraverso l’aspetto fisico e le relazioni sessuali.
  • Sessualità esibizionistica: Usa il sesso per ottenere attenzione e ammirazione.
  • Manipolazione sessuale: Usa il proprio corpo per manipolare gli altri.

Conclusioni

Riconoscere queste diverse forme di narcisismo è fondamentale per comprendere la complessità del disturbo narcisistico di personalità e le diverse modalità con cui può manifestarsi. Se sospetti di essere coinvolto in una relazione con un narcisista, è importante cercare supporto professionale. Un coach specializzato può aiutarti a sviluppare strategie per proteggerti, stabilire confini sani e lavorare sulla tua autostima, favorendo il tuo percorso di guarigione e crescita personale. Puoi contattarmi per fissare la tua prima sessione con me e capire ce tipo di lavoro possiamo fare insieme.

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SECONDO ESERCIZIO: CONTROLLO DEL VOLERE O GIUSTA AZIONE Dopo essersi esercitati così per un mese circa, ci si ponga un ulteriore proposito. Si tenti di immaginare una qualsiasi azione, che secondo il corso abituale delle proprie occupazioni non ci si sarebbe certamente mai proposti di compiere. Di questa azione si faccia di per sé un dovere quotidiano. Come azione da eseguire sarà bene scegliersi un’azione che possa essere compiuta ogni giorno per una durata più lunga possibile. Anche qui è meglio cominciare con un’azione insignificante, che occorre, per così dire, sforzarsi di compiere: per esempio, ci si può proporre di andare ad innaffiare in un preciso momento del giorno una pianta che si èacquistata. Dopo un certo periodo, a questa prima azione se ne deve aggiungere una seconda, poi una terza, eccetera, sempre che il compimento di tutti gli altri doveri ne offri la possibilità. Anche quest’esercizio deve essere eseguito per un mese. Durante questo secondo mese, tuttavia, bisogna il più possibile perseverare nell’esecuzione del primo esercizio, pur non facendone un dovere quasi esclusivo come nel primo mese. Non bisogna perderlo di vista: altrimenti ci si accorgerebbe ben presto che i frutti del primo mese si sono persi e che è ricominciato il solito vagare dei pensieri non controllati. Una volta acquisiti questi frutti, bisogna pertanto badare a non perderli. Dopo aver fatto esperienza di una tale azione scelta di propria iniziativa e compiuta come secondo esercizio, si prenda coscienza, attraverso un’attenzione sottile, del sentimento di impulso interiore verso l’agire, destatosi nell’anima e lo si riversi, per così dire, nel proprio corpo in modo da farlo discendere o fluire dalla testa al cuore. TERZO ESERCIZIO: CONTROLLO DEL SENTIRE, CHIAMATO ANCHE IMPERTURBABILITA’ O EQUANIMITA’ OVVERO GIUSTO SENTIMENTO Il nuovo esercizio che va posto al centro della vita durante il terzo mese è l’educazione a una certa equanimità di fronte alle oscillazioni tra piacere e dolore, gioia e sofferenza; la contrapposizione “esultanti di gioia e tristi fino alla morte” deve far posto, attraverso uno sforzo cosciente, a un’equanimità dell’anima. Si faccia attenzione al fatto che nessuna gioia cifaccia perdere la testa, che nessuna sofferenza ci schiacci, che nessuna esperienza vissuta ci trascini verso l’eccitazione o la collera smisurate, che nessuna attesa ci riempia di timore e di angoscia, che nessuna situazione ci faccia perdere il nostro equilibrio, eccetera. Non si tema, con questo esercizio, di far inaridire o impoverire l’anima; si noterà, al contrario, che grazie a questo esercizio, al posto di ciò che di solito si avverte sorgono qualità pure; soprattutto, attraverso un’attenzione sottile, si potrà scoprire in sé, nel proprio corpo, una condizione di calma interiore; si riversa questa calma nell’ organismo – come nei due casi precedenti – facendola irraggiare dal cuore verso le mani, i piedi e infine la testa. E’ evidente che, riguardo a quest’ultimo caso, non si può far ciò dopo ogni esercizio, perché non si tratta in fondo di un esercizio isolato, bensì di una attenzione costante diretta verso la vita interiore. Occorre però, almeno una volta al giorno, evocare dinanzi all’anima questa calma interiore ed esercitarsi a riversare, a far fluire questo sentimento dal cuore verso le mani, poi i piedi, infine la testa. Si continuerà a eseguire il primo e il secondo esercizio durante il terzo mese, come si è continuato il primo esercizio nel secondo mese. QUARTO ESERCIZIO: POSITIVITA’, CHIAMATA ANCHE TOLLERANZA O INDULGENZA OVVERO GIUSTO GIUDIZIO Nel quarto mese occorre seguire come nuovo esercizio quello chiamato “della positività”. Esso consiste nel ricercare costantemente in tutti gli esseri, in tutte le cose, in tutte le esperienze, ciò che di buono, di bello, di eccellente vi è contenuto. Ciò che meglio definisce questa qualità dell’anima è una leggenda persiana sul Cristo Gesù. Camminava lungo una via con i suoi discepoli, quando videro sul ciglio della strada, il cadavere di un cane in uno stato già avanzato di decomposizione. Di fronte a quel raccapricciante spettacolo i discepoli volsero lo sguardo dall’altra parte; solo il Cristo si fermò, guardò il cane con aria pensosa e disse: “Che bei denti aveva questo animale!”. Dove gli altri avevano visto soltanto una realtà ripugnante e sgradevole, egli vedeva il bello. Così il discepolo dell’esoterismo deve sforzarsi di cercare in ogni fenomeno e in ogni essere ciò che vi è di positivo. Noterà ben presto che sotto la coltre della ripugnanza si nasconde una certa bellezza; che sotto le sembianze di un criminale si nasconde qualcosa di buono; sotto le sembianze di un pazzo si cela in qualche modo un’anima divina. Questo esercizio si accostaa ciò che si chiama “astenersi dalla critica”. Non bisogna interpretare ciò come se si dovesse denominare nero il bianco e bianco il nero. Ma c’è una differenza tra un giudizio che nasce soltanto dalla reazione personale o dall’impressione personale di simpatia o antipatia e una tutt’altra attitudine secondo la quale ci si immerge con amore nel fenomeno o nell’essere che ci è dinanzi, chiedendosi ogni volta:”Com’è giunto a essere ciò che è, a fare quel che ha fatto?”. Questa attitudine spinge, del tutto spontaneamente, a sforzarsi di aiutare ciò che è imperfetto, piuttosto che biasimarlo o criticarlo soltanto. E’ priva di valore l’obiezione che, in moltecircostanze della vita umana, è necessario biasimare e giudicare, perché inogni caso queste condizioni di vita sono tali da impedire di seguire una vera disciplina occulta. Esistono, in effetti, numerose condizioni di vita che non consentono di seguire correttamente questa disciplina. In questo caso non bisogna voler conseguire con impazienza, nonostante tutto, queiprogressi che si possono realizzare soltanto in certe condizioni. Chiunqueabbia rivolto per un intero mese la sua attenzione al lato positivo di tuttociò che incontra noterà a poco a poco che nella sua interiorità affiora un sentimento che gli dà l’impressione che la sua pelle divenga permeabile in tutte le direzioni e che la sua anima si apra vastamente a tutti quei fatti segreti e sottili che gli si svolgono attorno e che prima fuggivano del tutto alla sua attenzione. Si tratta proprio di combattere contro la mancanza di attenzione che esiste in tutti di fronte a questi fatti sottili. Una volta osservato che questo sentimento si manifesta nell’anima sotto forma di felicità, si cerchi di dirigere questo sentimento, come fosse un pensiero, verso il cuore, di farlo fluire di là verso gli occhi e da questi ultimi verso l’esterno, nello spazio di fronte a sé e attorno a sé. Si noterà che si acquista così un’intima relazione con lo spazio. Si va oltre se stessi, ci si dilata, per così dire. Si impara a considerare una parte del proprio ambiente come qualcosa che fa anche parte di se stessi. Questo esercizio richiede una buona dose di concentrazione e soprattutto il riconoscimento di un fatto: ogni moto passionale dell’anima, ogni tempesta emotiva, distrugge da cima a fondo questa attitudine dell’anima. Si ripetano gli esercizi già praticati come si è indicato per i mesi precedenti. 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