L’identificazione

Illustrazione di ©Giulia Rosa

L’identificazione è il processo attraverso il quale si ritiene di possedere una determinata identità. 

Ciò che avviene in noi, prima di aver sviluppato una profonda coscienza del sé, riguarda infatti l’identificare il proprio io con il flusso di desideri, emozioni, sensazioni, pensieri, che ci attraversano nella nostra quotidianità e confonderli con la nostra coscienza.
Nel corso della vita si susseguono immedesimazioni in aspetti, ruoli o modi di essere che siamo portati a ritenere come parti qualificanti ed essenziali del sé personale. 
Nonostante le identificazioni siano necessarie, è un proposito assolutamente fondamentale quello di abbandonarle quando queste si cristallizzano e non sono più significative in favore di un centro che animi e sostenga tutte le parti di noi. 

Per realizzare quello che Assagioli descrive come: “Noi (esseri umani ) siamo un centro di Energia e di Consapevolezza.”

Attraverso gli esercizi di disidentificazione e autoidentificazione si avvia un processo che può smascherare le parti di noi con cui siamo identificati e procedere verso una centratura stabile e significativa: è possibile, dunque, sviluppare il senso dell’io e della sua centralità e incamminarci sulla via della autocoscienza.

Questi esercizi sono essenziali soprattuto nei casi in cui sia necessario fortificare la propria volontà e imparare a sviluppare in noi stessi il punto di vista dell’osservatore. Attraverso la disidentificazione è quindi possibile procedere a un distacco da vissuti, emozioni, parti di noi, ruoli, pensieri, ideologie, sovrastrutture ed elaborazioni della realtà. Questa modalità potrà diventare un’attitudine, volontariamente scelta, che ci permette di distinguere ciò che si ha da ciò che si é. Con alcuni esercizi elaborati da Roberto Assagioli si possono sviluppare infatti la capacità di osservare se stessi, prendendo distanza dai contenuti con i quali ci riconosciamo completamente e la possibilità di non essere più completamente travolti dalle circostanze momentanee che ci agiscono, imparando invece a gestirle.

E’ un lavoro che porta a risultati straordinari: nella coscienza si materializza il senso di quello che è legato alla ricerca del proprio centro, come un momento di spazio, trovando un proprio centro di consapevolezza. La coscienza prende spontaneamente la forma di tutto ciò con cui viene in contatto. Con un po’ di pratica, tuttavia, è possibile staccare la nostra coscienza dai contenuti che la modificano e permetterle di concepirsi priva di ogni contenuto e di ogni punto d’appoggio.

Se fossi interessata a fare un lavoro per trovare la tua centratura, anche attraverso un percorso psicosintetico, contattami.

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