Esercizi per superare le contraddizioni interiori di Massimo Scaligero

ESERCIZIO PRATICO PER L’EVOLUZIONE DELLA PERSONALITÀ

Illustrazione di Florian Meacci

Per superare la paura delle interrogazioni, dei blocchi mentali, degli esami, per renderequanto si è studiato, bisogna esercitarsi costantemente come un atleta. Ci alleniamocoscientemente riuscendo a pensare (almeno per cinque minuti al giorno per vari mesi)sopra un oggetto di uso quotidiano costruito dall’uomo, per esempio: una spilla, unamatita, un bottone, controllando l’esclusione durante quel tempo di ogni altro pensieroche non si riferisca a quell’oggetto. Pensando intensamente per qualche tempo sopra unoggetto familiare, siamo sicuri di esercitare il pensiero obiettivo. Nel chiederci: di checosa è costituita una matita? Come viene preparato il materiale che costituisce unamatita? Come vengono connesse le diverse parti? Quando è stata inventata la matita? ecosì di seguito, armonizziamo le nostre idee con la realtà molto più che riflettendo suproblemi astratti insolubili.L’esercizio sul pensiero prepara a orientarci nelle difficoltà della vita poiché in un primotempo non si tratta di pensare questa o quella cosa, ma di pensare obiettivamente perlibera decisione personale.È importante per la riuscita dell’esercizio l’illimitata attenzione, ossia l’evitare qualsiasidistrazione riguardo al tema. Esercitando il pensare obiettivo ci rendiamo indipendentinel pensiero dalle situazioni esteriori, dall’ambiente sociale, dalle tradizioni determinantiuna dialettica astratta e soprattutto dalla distrazione così deleteria nello studio. Laripetizione continua dell’esercizio, così semplice da capire ma così difficile da effettuaredà un senso di sicurezza che agisce favorevolmente sulla formazione della personalità.Questo esercizio risolve l’affermazione della non conoscibilità delle cose. Infatti è vero cheil mondo esterno si presenta come un enigma insoluto di cui non possiamo sapere nulladi certo ma, come creatori del nostro pensiero, possiamo affermare di reggere il diveniredel mondo per un lembo di quel mondo di pensiero in cui senza la nostra partecipazionenulla si percepirebbe. Abbiamo un punto fermo: il pensiero obiettivo; su questo si faràleva per poter comprendere e poi trasformare la realtà del mondo.La distrazione viene trasformata dal pensiero obiettivo in sicurezza.

ESERCIZIO PER RAFFORZARE LA VOLONTÀ

Illustrazione di Maddalena Carrai

Nel mondo fisico sensibile è sempre la vita esteriore che si presenta come dominatricerendendoci instabili e schiavi degli avvenimenti esteriori. Per lo più reagiamo di fronteagli avvenimenti esteriori come ci è stato inculcato nel passato. La schiavitù a voltetragica, a volte ridicola dei riflessi condizionati determina azioni che vorremmomodificare, ma che sul momento non riusciamo a dominare. Da questo stato scaturisceun sentimento di mancanza di volontà; per liberarsi dalla mancanza di volontà scegliamoun’azione di poca o nessuna importanza – per esempio spostare una sedia, innaffiare unfiore – decidendo l’ora della realizzazione e agendo poi con la sicurezza datacidall’esercizio precedente. Le nostre azioni derivano per lo più dall’educazione famigliare,dall’ambiente sociale, dalla professione ecc.; scaturiranno dalla nostra iniziativa personale se ci esercitiamo nell’azione libera, non imposta dall’esterno. Eseguendo,infatti, l’esercizio proviamo un impulso all’attività che nel tempo ci libera dalla tradizione.Con questo esercizio diventiamo dominatori, non soltanto della volontà ma anche delpensiero volitivo che pensa e poi riesce ad agire. L’instabilità della volontà proviene daldesiderio di cose, di cui non ci formiamo un pensiero obiettivo. È una cattiva abitudinedire: «desidero questo, desidero quello», senza riflettere alla possibilità di effettuare ildesiderio. Così educandoci a desiderare ciò che è possibile ci rendiamo capaci ditrasformare “l’impossibile in possibile” mediante l’esercitata volontà.La mancanza di volontà viene trasformata dall’azione libera in attività.

ESERCIZIO PER RAFFORZARE LA CALMA

Illustrazione di Nicoletta Ceccoli

Le continue oscillazioni fra gioia e dolore, fra esaltazione e depressione, col passare deglianni rendono insensibili. Dobbiamo rallegrarci per una cosa piacevole, e una cosa tristedeve riuscirci penosa; ma per non divenire arteriosclerotici e insensibili nell’età matura ciesercitiamo a dominare l’espressione della gioia e del dolore.Non reprimiamo il legittimo dolore, ma il pianto involontario; non l’orrore di un’azionemalvagia, ma il cieco sfogo della collera; non il giusto premunirsi di fronte ad un pericolo,ma l’inutile timore. Impariamo a sospendere le reazioni istintive, se siamo capaci di unminimo stop, sia pure di pochi secondi, quando una reazione istintiva tende a portarcilontano da ciò che vogliamo.Possediamo l’equanimità, quando giungiamo a sentire come propri i dolori e le gioiealtrui, e come di altri i propri dolori, le proprie gioie. Ci serviamo dell’impulsoall’attività per conseguire un minimo freno alle reazioni istintive; questi esercizi danno unsenso di calma interiore che ci permette di superare i complessi e il ricordo di esperienzepassate e negative che ancora influenzano l’evoluzione della nostra personalità. Chi credeche la propria spontaneità emotiva o il proprio sentimento ne abbiano a soffrire, ignoral’efficacia dell’equilibrio del sentimento.Possiamo già credere di essere provvisti nella vita di un determinato equilibrio epossiamo ritenere perciò superflui questi esercizi; possiamo rimanere completamentecalmi di fronte ad alcuni eventi della vita, ma nel momento della prova ritorna conmaggior forza a manifestarsi la mancanza di equilibrio che era soltanto repressa. Perevolverci non si tratta di ciò che ci sembra già possedere, ma piuttosto importaesercitare regolarmente le qualità che ci occorrono. La vita può averci insegnato moltecose, ma per evolvere occorrono le qualità che da noi stessi ci siamo acquistate. Se la vitaci ha reso irascibili, dobbiamo spogliarci di questa irascibilità; ma se la vita ci hainsegnato l’indifferenza dobbiamo scuoterci, per mezzo dell’autoeducazione, in modo chelo stato d’animo corrisponda all’impressione ricevuta. Se non siamo capaci di ridere diniente, dominiamo altrettanto poco il nostro riso di quanto colui il quale si abbandonacontinuamente al riso senza dominarsi.I complessi vengono trasformati dalla equanimità in calma interiore.

ESERCIZIO PER RAFFORZARE L’AMICIZIA

Illustrazione di Fortuna Todisco

In una leggenda viene raccontato che il Cristo, mentre camminava con alcuni discepoli,trovò sulla strada la carogna di una cane in putrefazione. Tutti distolsero lo sguardo daquella vista, Egli invece parlò con ammirazione dei bei denti dell’animale.L’errore, il male, il brutto non devono mai impedire di riconoscere il vero, il buono, il belloovunque lo possiamo trovare.Non confondiamo la positività con la volontà di chiudere gli occhi al male, al falso, almediocre.Se ammiriamo i bei denti di una carogna vediamo anche il corpo in decomposizione, maquesto non impedisce di vedere i bei denti. Non riteniamo che il male sia bene o chel’errore sia verità, ma il male non impedirà di vedere il bene, né l’errore di scoprire laverità.Per i rapporti subcoscienti creati soprattutto nella prima infanzia siamo abituati aconsiderare le persone e le cose secondo schemi mentali. Per trasformare questo stato difatto esercitiamo la positività nella calma interiore; guardando solo il lato positivo dellapersona, della cosa, dell’avvenimento, impostiamo immediatamente un rapporto nuovocon la persona, la cosa, l’avvenimento, poiché modifichiamo la schematizzazione istintivadel passato e instauriamo nuovi rapporti di amicizia per il futuro.Se cerchiamo il positivo in qualsiasi manifestazione e in qualsiasi essere, ben prestoosserviamo che sotto l’involucro del repugnante, persino sotto le sembianze di undelinquente, si nasconde qualcosa di buono; sotto l’apparenza di un pazzo si cela unapersonalità in evoluzione.La positività è connessa con l’astensione dalla critica.Non dobbiamo intendere la positività chiamare nero il bianco e bianco il nero; c’èdifferenza se giudichiamo secondo simpatia o antipatia istintiva oppure ci poniamo difronte al fatto o all’altro essere chiedendoci: «come avviene che giunga a pensare, asentire, a volere così? Se noi avessimo avuto la sua vita, la sua educazione, i suoi doloriagiremmo come lui».La critica negativa e distruttiva proviene dal nostro atteggiamento sempre identico difronte alla realtà sempre nuova e diversa; è perciò necessario liberarci dai pregiudiziacquisiti dalle nostre esperienze passate, esercitandoci a non giudicare secondo etichettegià esistenti. Con un simile atteggiamento ci proponiamo immediatamente di aiutare ciòche è imperfetto a renderlo perfetto, anziché limitarci a criticarlo.Gli schemi mentali vengono trasformati dalla positività in nuove amicizie.

ESERCIZIO PER RAFFORZARE LA RICETTIVITÀ

Illustrazione di Icinori, Raphael Urwiller e Mayumi Otero

Il pensare unito alla volontà acquista una certa maturità, purché non permettiamo alleesperienze antiche di toglierci la ricettività per accogliere spregiudicatamente quellenuove. Non dobbiamo pensare: «questo non l’abbiamo mai sentito, questo non lo credo»,ma dedichiamo un po’ di tempo a imparare qualcosa di nuovo da ogni cosa e da ogniessere. Ogni soffio d’aria, ogni foglia d’albero, ogni balbettio infantile può insegnarequalcosa, purché si osservi da un punto di vista nuovo.Certamente possiamo esagerare a tale riguardo e non dobbiamo trascurare di tenereconto delle esperienze attraversate.Se di fronte a un fatto qualsiasi diciamo “a priori”: «lo conosco», attribuiamo ad esso,automaticamente un dato contenuto di memoria senza uno spregiudicato confronto conla realtà attuale.Se, data un’affermazione, diciamo immediatamente: «ho già udito questo e non puòessere vero», giudichiamo secondo il sangue, secondo l’attaccamento al passato e nonsecondo realtà.Ciò che sperimentiamo attualmente deve essere giudicato alla stregua delle esperienzepassate, queste devono pesare sopra un piatto della bilancia mentre sull’altro piattoponiamo la tendenza a raccogliere sempre nuove esperienze date dai nuovi rapporti diamicizia, convinti soprattutto della possibilità che le esperienze nuove possano esserein contraddizione con le antiche.Il trascurare, in talune circostanze, ciò che abbiamo acquistato con l’esperienza, cipermette di aprirci a nuove esperienze o a un diverso giudizio riguardo a cose giàinterpretate e codificate. Rimanere ancorati a giudizi definitivi immobilizza la nostraevoluzione.Non v’è giudizio umano o scienza che, rispetto alla evoluzione dell’uomo, possa esseredefinitivo; tra mille anni noi saremo considerati “barbari” altrettanto quanto noigiudichiamo “barbari” i medioevali. Cerchiamo di essere ricettivi verso l’inaspettato,altrimenti ci chiudiamo alla verità, ossia a ciò che è oltre il limite dell’ordinario conoscere.Rendendoci indipendenti dai giudizi tradizionali possiamo accogliere l’ignoto.L’attaccamento al passato viene trasformato dalla spregiudicatezza in ricettività.

ESERCIZIO PER RAFFORZARE LA MEMORIA

Illustrazione di Hülya (Hülya Özdemir)

La mancanza di memoria, l’amnesia, il non ricordare esattamente un episodio, undiscorso, una pagina, portano un continuo logoramento delle facoltà intellettive, fino adarrivare ai blocchi mentali : non ricordiamo ora quello che sicuramente ricorderemo poi.Esercitiamo la memoria provando a rammentare un avvenimento, per esempio del giornoprecedente, con lo stesso metodo grossolano di cui ci serviamo per rammentare unricordo qualsiasi. Ordinariamente le immagini che compongono i ricordi dell’uomo sonoprive di colore e di regola. Ci contentiamo di rammentarci del nome di una personaincontrata il giorno prima. Non dobbiamo ritenerci soddisfatti di così poco, occorregiungere mediante uno sforzo sistematico a precisare il ricordo, ci sforziamodi ricordare esattamente le nostre percezioni, e qualora non riusciamo ci rappresentiamoqualcosa di falso. Supponiamo di avere completamente dimenticato se la persona da noiincontrata portasse un abito marrone o nero. Immaginiamo allora che essa indossava uncompleto marrone con una cravatta gialla, con dei particolari bottoni ecc. L’immagine è,naturalmente, falsa e ci ripugna, tuttavia mediante lo sforzo che siamo costretti a fare percompletarla siamo indotti a osservare con maggior esattezza in avvenire e nondimenticheremo più nulla, e ogni particolare si imprimerà in noi e rimembreremo ogniparticolare delle nostre azioni. L’obiettività della memoria si raggiunge quando si riesce aricordare esattamente tutte le proprie percezioni, a volontà, in modo da non agire incontraddizione col passato.Il “non ricordare” viene trasformato dalla osservazione esatta in memoria.

ESERCIZIO PER RAFFORZARE LA CREATIVITÀ

Gli archetipi sono le essenze delle cose, inconoscibili per i sensi e per l’astratta dialettica.La geometria indica una via per percepire gli archetipi come essenze di forme inmovimento.Pensiamo a un determinato triangolo, per esempio equilatero, e manteniamo la suaimmagine innanzi alla coscienza col massimo della semplicità e continuità; accanto adesso rappresentiamoci un altro triangolo, parimenti equilatero ma più grande, eraffrontiamolo al primo. Constatiamo come l’uno e l’altro siano figure di una identicaimmagine. Grande o piccolo, il triangolo, avendo identica forma, non pone al pensieroproblemi di spazio, ma sollecita una relazione intuitiva oltre le differenze dimensionali.Concentriamoci ora sull’immagine del triangolo: l’oggetto del nostro pensiero non è undeterminato triangolo isoscele, rettangolo, o equilatero, bensì il triangolo tipo, che licontiene tutti. L’esercizio consiste nell’immaginare i lati in movimento reciproco e gliangoli che mutano ampiezza nel tempo. La forma del triangolo tende a essere immagineconcettuale mobile e indipendente non solo dalla spazialità, ma anche dalla temporalità.Pensiamo ora la pura idea del triangolo: l’immagine sparisce, ma rimane la sua idea,l’idea del triangolo che, non veduta, anima come movimento l’immagine. Sparisconoforma e nome, pur sussistendo vivo il contenuto ideale, al di fuori dello spazio e deltempo. La percezione del momento creativo del pensiero comporta qualcosa di più cheuna constatazione filosofica. Perché quella istantanea creatività non sia illusoria, occorreche il pensiero non sia assunto semplicemente come filosofico “pensiero dialettico”, masperimentato, secondo la presente tecnica come corrente di calore, luce e vitaindipendente da nome e forma.Con la memoria percepiamo gli archetipi che muovono la creatività; ricominciamo così ilciclo dell’esercizio della concentrazione creando nuovi rapporti, immaginando nuovesintesi, ispirando nuove idee, intuendo soluzioni nuove che riescano a mutare la nostrasocietà.L’astratta dialettica viene trasformata dalla percezione degli archetipi in creatività.

ESERCIZIO PER RAFFORZARE LA SINTESI

Illustrazione di Elena Garnu

Dopo aver dedicato qualche tempo agli esercizi pratici del pensiero obiettivo, dell’azionelibera, dell’imperturbabilità di fronte al piacere e al dispiacere, della positività nel giudicare il mondo, della spregiudicatezza nella concezione della vita, dell’osservazioneesatta, della percezione degli archetipi, occorrerà anche esercitare questi simultaneamente per gruppi di due, di tre e così via, fino a conseguire un’armonia ,un equilibrio interiore.Una situazione difficile, una lite in famiglia, una lotta fratricida possono essere risolte dal nostro equilibrio interiore, esercitato da un pensiero obiettivo, da un dominio degli impulsi istintivi, dalla imperturbabilità di fronte al dolore e alla gioia, dalla positività di giudicare una situazione, dalla spregiudicatezza di un consiglio, dalla memoria di un particolare, dalla creatività.Notiamo che scomparirà presto un certo senso di scontentezza, ci apriamo a una tranquilla comprensione delle cose e perfino il nostro passo e il nostro gestire mutano, e possiamo accorgerci che la nostra scrittura è migliorata, dimostrando così che abbiamo raggiunto un primo vero progresso. 1) La distrazione viene trasformata dal pensiero obiettivo in sicurezza. 2) La mancanza di volontà viene trasformata dall’azione libera in attività. 3) I complessi vengono trasformati dalla equanimità in calma interiore. 4) Gli schemi mentali vengono trasformati dalla positività in nuove amicizie. 5) L’attaccamento al passato viene trasformato dalla spregiudicatezza in ricettività. 6) Il non ricordare viene trasformato dalla osservazione esatta in memoria. 7) L’astratta dialettica viene trasformata dalla percezione degli archetipi in creatività.L’efficacia degli esercizi non può essere discussa dialetticamente dopo averli soltanto letti, ma può essere discussa e approfondita coscientemente l’attuazione pratica individuale dopo averli almeno sperimentati per un certo tempo. La scontentezza viene trasformata dall’equilibrio interiore in armonia.

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