Come è possibile lavorare nell’ambito del coaching sullo scopo della vita, anche da un punto di vista transpersonale?

Lavorare nell’ambito del coaching sullo scopo di vita coinvolge aiutare le persone a scoprire e perseguire un senso di significato e realizzazione personale. Questo può includere esplorare le passioni, i valori, le aspirazioni e i talenti unici di un individuo, nonché identificare come tradurre questi elementi in azioni concrete per una vita più soddisfacente e significativa.

Lavorare sullo scopo di vita nel coaching implica un approccio olistico che consideri la dimensione spirituale, emotiva, mentale e fisica dell’individuo. Ecco 5 punti essenziali e passi affrontati nella letteratura italiana e internazionale sul coaching che parlano dello scopo della vita:

  1. Identificazione dei valori e delle passioni: Il coaching sullo scopo di vita inizia con l’identificazione dei valori e delle passioni dell’individuo. Questo passo è cruciale per comprendere cosa dà significato e senso alla vita di una persona.
  2. Riflessione sulla missione di vita: Il coach aiuta l’individuo a riflettere sulla sua missione di vita, ovvero sul contributo unico che vuole lasciare nel mondo. Questa riflessione può coinvolgere esercizi di introspezione, visualizzazioni e analisi dei valori e delle passioni.
  3. Definizione degli obiettivi a lungo termine: Una volta identificata la missione di vita, il coach aiuta l’individuo a definire obiettivi a lungo termine che siano allineati con i suoi valori e la sua missione. Questi obiettivi devono essere specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e temporalmente definiti (SMART).
  4. Creazione di un piano d’azione: Il coach aiuta l’individuo a creare un piano d’azione per raggiungere gli obiettivi a lungo termine. Questo piano deve essere personalizzato, realistico e flessibile, tenendo conto delle risorse e delle limitazioni dell’individuo.
  5. Supporto e monitoraggio: Il coach offre supporto e monitoraggio costanti per aiutare l’individuo a rimanere motivato e focalizzato sul suo percorso verso la realizzazione del suo scopo di vita. Questo supporto può includere sessioni di coaching regolari, esercizi di riflessione e feedback costruttivi.

Inoltre, la letteratura italiana e internazionale sul coaching sottolinea l’importanza di considerare la dimensione spirituale nello scopo di vita. Ad esempio, la Health Coaching Mag sottolinea l’influenza dello scopo sulla salute psico-fisica, sulla mente e sullo stile di vita, rendendolo più sano ed attivo

Gli autori che citerò in questo articolo integrano pratiche spirituali, consapevolezza interiore e connessione con il Sé superiore nei loro approcci per aiutare le persone a scoprire e realizzare il loro scopo di vita in modo significativo e appagante.

Ecco cinque autori italiani che affrontano il tema dello scopo di vita:

  1. Roberto Assagioli – Psichiatra e fondatore della psicologia transpersonale, autore di opere come “Psicosintesi”. Integra la psicologia transpersonale nei suoi insegnamenti, che considera lo sviluppo del Sé più ampio come parte del percorso verso il significato e lo scopo della vita.
  2. Federico La Sala – Coach, autore di “Il Sentiero dell’Essenza” che esplora il viaggio interiore alla ricerca del proprio scopo. Utilizza pratiche di esplorazione interiore e meditativa per aiutare le persone a connettersi con il proprio Sé superiore e a scoprire il loro scopo più profondo.
  3. Paolo Cangelosi – Psicoterapeuta e autore di “Vivere con Scopo”, che esplora il ruolo dello scopo di vita nella salute mentale e nel benessere. Esplora il significato della vita attraverso una lente transpersonale, considerando la connessione con il Divino o con il Sé superiore come parte integrante del percorso verso il significato e lo scopo.
  4. Giovanni Livera – Coach e autore di “Scopri il Tuo Potenziale”, che aiuta le persone a identificare e perseguire il loro scopo unico. Incorpora concetti di spiritualità e connessione con l’Essenza o il Sé superiore nel suo lavoro di coaching sullo scopo di vita.
  5. Giacomo D’Angelo – Coach e autore di “La Forza di Realizzare i Tuoi Sogni”, che offre strumenti pratici per trovare il proprio scopo e realizzare i propri obiettivi. Integra pratiche di meditazione e sviluppo spirituale nel suo coaching per aiutare le persone a connettersi con il loro Sé più profondo e scoprire il loro scopo autentico.

Oltre agli autori italiani, ci sono anche numerosi autori internazionali che trattano il tema dello scopo di vita e del coaching spirituale:

  1. Tony Robbins – Uno dei coach più famosi al mondo, autore di “Awaken the Giant Within”, che include sezioni sull’identificazione dello scopo e sulla realizzazione personale. Si concentra sull’identificazione dei valori personali e sul collegamento di questi valori con azioni concrete per creare una vita significativa e appagante.
  2. Deepak Chopra – Autore di numerosi libri sull’auto-aiuto e la spiritualità, tra cui “The Seven Spiritual Laws of Success”, che esplora i principi spirituali che guidano il successo e il significato nella vita. Esplora il concetto di scopo di vita attraverso una lente spirituale, incoraggiando le persone a connettersi con la loro essenza spirituale e a vivere in armonia con l’universo.
  3. Brené Brown – Ricercatrice e autrice di bestseller come “The Gifts of Imperfection”, che parla dell’importanza di abbracciare la vulnerabilità e vivere una vita autentica in linea con il proprio scopo.
    Esplora il significato e lo scopo della vita attraverso il prisma della vulnerabilità e dell’autenticità, incoraggiando le persone a vivere in linea con i loro valori più profondi.
  4. Eckhart Tolle – Autore di “The Power of Now” e “A New Earth”, che offrono prospettive spirituali sulla consapevolezza e sullo scopo nella vita. Promuove la consapevolezza del momento presente e l’illuminazione spirituale come chiavi per scoprire il vero scopo della vita e trovare la pace interiore.
  5. Elizabeth Gilbert – Autrice di “Eat Pray Love” e “Big Magic”, che esplora la ricerca del significato e della creatività attraverso esperienze di viaggio e introspezione. Invita le persone a seguire la loro curiosità e la loro passione come guida per trovare il loro scopo unico e creativo nella vita.

Questi autori offrono una varietà di prospettive e strumenti per aiutare le persone a esplorare e realizzare il loro scopo di vita in modo significativo e appagante. il coaching sullo scopo di vita è un processo complesso che richiede introspezione, auto-comprensione e un profondo impegno per il progresso personale. Il coach deve essere in grado di guidare l’individuo attraverso un percorso di scoperta, aiutandolo a identificare i suoi valori e le sue passioni, a definire la sua missione di vita, a stabilire obiettivi a lungo termine e a creare un piano d’azione per raggiungerli. Se ti interessa approfondire questo argomento con me, visita la pagina del mio percorso Daimon Life e contattami per fissare la tua prima sessione gratuita.

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SECONDO ESERCIZIO: CONTROLLO DEL VOLERE O GIUSTA AZIONE Dopo essersi esercitati così per un mese circa, ci si ponga un ulteriore proposito. Si tenti di immaginare una qualsiasi azione, che secondo il corso abituale delle proprie occupazioni non ci si sarebbe certamente mai proposti di compiere. Di questa azione si faccia di per sé un dovere quotidiano. Come azione da eseguire sarà bene scegliersi un’azione che possa essere compiuta ogni giorno per una durata più lunga possibile. Anche qui è meglio cominciare con un’azione insignificante, che occorre, per così dire, sforzarsi di compiere: per esempio, ci si può proporre di andare ad innaffiare in un preciso momento del giorno una pianta che si èacquistata. Dopo un certo periodo, a questa prima azione se ne deve aggiungere una seconda, poi una terza, eccetera, sempre che il compimento di tutti gli altri doveri ne offri la possibilità. Anche quest’esercizio deve essere eseguito per un mese. Durante questo secondo mese, tuttavia, bisogna il più possibile perseverare nell’esecuzione del primo esercizio, pur non facendone un dovere quasi esclusivo come nel primo mese. Non bisogna perderlo di vista: altrimenti ci si accorgerebbe ben presto che i frutti del primo mese si sono persi e che è ricominciato il solito vagare dei pensieri non controllati. Una volta acquisiti questi frutti, bisogna pertanto badare a non perderli. Dopo aver fatto esperienza di una tale azione scelta di propria iniziativa e compiuta come secondo esercizio, si prenda coscienza, attraverso un’attenzione sottile, del sentimento di impulso interiore verso l’agire, destatosi nell’anima e lo si riversi, per così dire, nel proprio corpo in modo da farlo discendere o fluire dalla testa al cuore. TERZO ESERCIZIO: CONTROLLO DEL SENTIRE, CHIAMATO ANCHE IMPERTURBABILITA’ O EQUANIMITA’ OVVERO GIUSTO SENTIMENTO Il nuovo esercizio che va posto al centro della vita durante il terzo mese è l’educazione a una certa equanimità di fronte alle oscillazioni tra piacere e dolore, gioia e sofferenza; la contrapposizione “esultanti di gioia e tristi fino alla morte” deve far posto, attraverso uno sforzo cosciente, a un’equanimità dell’anima. Si faccia attenzione al fatto che nessuna gioia cifaccia perdere la testa, che nessuna sofferenza ci schiacci, che nessuna esperienza vissuta ci trascini verso l’eccitazione o la collera smisurate, che nessuna attesa ci riempia di timore e di angoscia, che nessuna situazione ci faccia perdere il nostro equilibrio, eccetera. Non si tema, con questo esercizio, di far inaridire o impoverire l’anima; si noterà, al contrario, che grazie a questo esercizio, al posto di ciò che di solito si avverte sorgono qualità pure; soprattutto, attraverso un’attenzione sottile, si potrà scoprire in sé, nel proprio corpo, una condizione di calma interiore; si riversa questa calma nell’ organismo – come nei due casi precedenti – facendola irraggiare dal cuore verso le mani, i piedi e infine la testa. E’ evidente che, riguardo a quest’ultimo caso, non si può far ciò dopo ogni esercizio, perché non si tratta in fondo di un esercizio isolato, bensì di una attenzione costante diretta verso la vita interiore. Occorre però, almeno una volta al giorno, evocare dinanzi all’anima questa calma interiore ed esercitarsi a riversare, a far fluire questo sentimento dal cuore verso le mani, poi i piedi, infine la testa. Si continuerà a eseguire il primo e il secondo esercizio durante il terzo mese, come si è continuato il primo esercizio nel secondo mese. QUARTO ESERCIZIO: POSITIVITA’, CHIAMATA ANCHE TOLLERANZA O INDULGENZA OVVERO GIUSTO GIUDIZIO Nel quarto mese occorre seguire come nuovo esercizio quello chiamato “della positività”. Esso consiste nel ricercare costantemente in tutti gli esseri, in tutte le cose, in tutte le esperienze, ciò che di buono, di bello, di eccellente vi è contenuto. Ciò che meglio definisce questa qualità dell’anima è una leggenda persiana sul Cristo Gesù. Camminava lungo una via con i suoi discepoli, quando videro sul ciglio della strada, il cadavere di un cane in uno stato già avanzato di decomposizione. Di fronte a quel raccapricciante spettacolo i discepoli volsero lo sguardo dall’altra parte; solo il Cristo si fermò, guardò il cane con aria pensosa e disse: “Che bei denti aveva questo animale!”. Dove gli altri avevano visto soltanto una realtà ripugnante e sgradevole, egli vedeva il bello. Così il discepolo dell’esoterismo deve sforzarsi di cercare in ogni fenomeno e in ogni essere ciò che vi è di positivo. Noterà ben presto che sotto la coltre della ripugnanza si nasconde una certa bellezza; che sotto le sembianze di un criminale si nasconde qualcosa di buono; sotto le sembianze di un pazzo si cela in qualche modo un’anima divina. Questo esercizio si accostaa ciò che si chiama “astenersi dalla critica”. Non bisogna interpretare ciò come se si dovesse denominare nero il bianco e bianco il nero. Ma c’è una differenza tra un giudizio che nasce soltanto dalla reazione personale o dall’impressione personale di simpatia o antipatia e una tutt’altra attitudine secondo la quale ci si immerge con amore nel fenomeno o nell’essere che ci è dinanzi, chiedendosi ogni volta:”Com’è giunto a essere ciò che è, a fare quel che ha fatto?”. Questa attitudine spinge, del tutto spontaneamente, a sforzarsi di aiutare ciò che è imperfetto, piuttosto che biasimarlo o criticarlo soltanto. E’ priva di valore l’obiezione che, in moltecircostanze della vita umana, è necessario biasimare e giudicare, perché inogni caso queste condizioni di vita sono tali da impedire di seguire una vera disciplina occulta. Esistono, in effetti, numerose condizioni di vita che non consentono di seguire correttamente questa disciplina. In questo caso non bisogna voler conseguire con impazienza, nonostante tutto, queiprogressi che si possono realizzare soltanto in certe condizioni. Chiunqueabbia rivolto per un intero mese la sua attenzione al lato positivo di tuttociò che incontra noterà a poco a poco che nella sua interiorità affiora un sentimento che gli dà l’impressione che la sua pelle divenga permeabile in tutte le direzioni e che la sua anima si apra vastamente a tutti quei fatti segreti e sottili che gli si svolgono attorno e che prima fuggivano del tutto alla sua attenzione. Si tratta proprio di combattere contro la mancanza di attenzione che esiste in tutti di fronte a questi fatti sottili. Una volta osservato che questo sentimento si manifesta nell’anima sotto forma di felicità, si cerchi di dirigere questo sentimento, come fosse un pensiero, verso il cuore, di farlo fluire di là verso gli occhi e da questi ultimi verso l’esterno, nello spazio di fronte a sé e attorno a sé. Si noterà che si acquista così un’intima relazione con lo spazio. Si va oltre se stessi, ci si dilata, per così dire. Si impara a considerare una parte del proprio ambiente come qualcosa che fa anche parte di se stessi. Questo esercizio richiede una buona dose di concentrazione e soprattutto il riconoscimento di un fatto: ogni moto passionale dell’anima, ogni tempesta emotiva, distrugge da cima a fondo questa attitudine dell’anima. Si ripetano gli esercizi già praticati come si è indicato per i mesi precedenti. 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